Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GAETANO ARMAO

( Gaetano Armao è assessore all’economia e vicepresidente della Regione. Lasciano la Sicilia , scrive, 25.000 persone l’anno con un costo di 5 miliardi. Lo scatto è stato realizzato a Palermo ) 

Il governo tra Lega e Cinque Stelle salta e salta il “contratto”. Ma il Mezzogiorno resta. Nella Chat che “SE E’ COSI’” dedicata al Sud (vedi ) si mettono in luce dati che rendono Il divario nord-sud del Paese ormai intollerabile, essendo acuta la disperazione di milioni di cittadini meridionali dei quali si pregiudicano i diritti fondamentali (salute, istruzione, mobilità) non può essere risolta con il fantomatico reddito di cittadinanza. Mentre è preoccupante che nel programma di governo a trazione grillina la questione era considerata in termini marginali e relegata ad un raffazzonato assistenzialismo,

senza riconoscimento della rilevanza di coesione, investimenti ed insularità. Nel 2066 (dati SVIMEZ), il Mezzogiorno, dopo decenni di emigrazione giovanile, impoverimento, denatalità ed invecchiamento, passerà da 20 a 15 milioni di abitanti e l’età media salirà a 52 anni (quasi 10 in più di quella attuale). Un’area condannata alla marginalità, inattrattiva anche per l’immigrazione sregolata che ci affligge. I siciliani, percepiscono la più bassa spesa pubblica consolidata (Stato, Regione, provincia, Comune, – 16%. della media italiana). Le risorse europee non raggiungono gli obiettivi di sviluppo perché prive di addizionalità rispetto alle esigue risorse statali per la perequazione infrastrutturale e questo anche perché vanificate dal drammatico drenaggio di vita dei nostri figli (lasciano la Sicilia in 25.000 l’anno determinando, oltre a pesanti lacerazioni affettive, una perdita di valore per 5 miliardi).

Come precisato in sede di confronto parlamentare sul DEF, nel periodo 2012-2018 il contributo alla finanza pubblica corrisposto dalla Sicilia ammonta, se contempliamo anche il versamento sugli split payments solo per il 2018, a più di 8,5 miliardi. Un prelievo forzoso inaccettabile che, al netto di spese incomprensibili, toglie linfa vitale. Solo misure per la crescita resiliente, inclusiva e sostenibile, che puntino sul Sud ci può far uscire dal baratro nel quale siamo caduti per alcune dissennate politiche a recessive di matrice europea, ma anche per la perdita di competitività e la dimensione del debito pubblico che affliggono la nostra economia da decenni.

Se occorre reagire sul piano istituzionale, in termini responsabili e con “carte e conti in regola”, reclamando l’attuazione dell’autonomia finanziaria disegnata dallo Statuto, di fronte a questa drammatica desertificazione dobbiamo pretendere un programma straordinario di investimenti per il rilancio del sud. Altro che elemosine che rubano dignità ai giovani e precludono ogni possibilità di sviluppo.

Comments

  1. La Sicilia deve battersi a tutti i livelli per ottenere quanto le è dovuto . Dalle imposte sui redditi prodotti nell’isola , alle accise , alle royalties sugli idrocarburi prodotti nell’offshore .Deve battersi perchè le infrastrutture autostradali e ferroviarie fatiscenti vengano rese percorribili . . La Sicilia deve battersi affinchè venga dotata di una portualità adeguata al ruolo strategico che essa ricopre nel Mare Mediterraneo .

Rispondi a Giuseppe Salme Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.