Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

«Da qualche anno si è andato affermando il mito del popolo e, corrispondentemente a questo, in maniera speculare, quello del capo. Coloro che si richiamano al popolo in realtà vogliono solo un potere senza contrappesi. Chiamare democrazia tutto questo è pura demagogia, oltre che un grave errore».

Trovo conforto alle mie precedenti riflessioni sulla democrazia in questa lapidaria formulazione di Yves Mény sul Robinson di “la Repubblica”. Bretone, innamorato dell’Italia, tanto da insegnare a Firenze e Pisa e ora alla Luiss, nella frase riassume l’intero suo volume Popolo ma non troppo. Il malinteso democratico (ed. Il Mulino, Bologna, 2019). Per quanto è vero… a Sanremo tutto è avvenuto per volontà e goduria del popolo. La parola sacra è share e le percentuali predicono che domani Amedeus, quello dei nonni a Sferracavallo, con un nome di arte che mi stravia con Mozart. se lo volesse domani potrebbe candidarsi a Presidente della Regione, ma che dico, più in alto. Il successo è successo, e poi non era già un solito ignoto con le sue lunghe sospensioni o reticenze (le figure retoriche), le smorfiette, gli occhietti a periscopio nella sala.

Per quanto è vero… In quella ribalta si deve sbalordire, per incantare il popolo. Già la gradinata alla Wanda Osiris mette alla prova come equilibrista, si paventa, cade e non cade. Poi basta scendere a piedi nudi, senza tacchi a chiodo, o con un petto nudo scarabocchiato con geroglifici, o con seni e cosce come Dio comanda. Per quanto è vero…Un Fiorello, – non si distingueva con Fiorellino? -, che si imparrucca e sbraita come la centenaria “amica” Maria de Filippi. E passi pure. Il festival è l’apparire, non l’essere. Dentro l’essere c’è ben poco. Cose leggere, anche se cantate dai Volo che fanno spasimare come tenorini. Ma che qualcuno si camuffi da Elisabetta I, con crinoline ed altro, lei che è passata alla storia come l’unica Windsor non sposata… Per quanto è vero… come esperti politici, nell’anticamera del Salone delle Feste, due energumeni si spintonano, si prendono a calci e a sputi. Sembra in Parlamento. Altro che Rita Pavone, che si pavoneggia con il burraco.

Per quanto è vero… che così è ogni giorno in questa sceneggiata dell’alta Politica. Anche qui il paffutello presidente della regione in questione è venuto a lanciare fulmini e tuoni contro i malfattori che hanno dato uno spintone al ponte degli scricchiolii, crollato come pasta frolla. E lui dov’era? Ora in Eurovisione a promettere che tra un mese sarà più bello che prima. D’altronde un altro ha gridato in microfoni radiofonici che paghiamo in bolletta Enel (diabolica invenzione per non sapere più il quanto) che i responsabili della morte dei guidatori del treno a 330 km all’ora saranno severamente puniti. Fortuna che i nostri treni sono alla velocità di biciclette. Da sempre. Da quando uccisero Notarbartolo. Certo che non si rispettano neppure i morti. Forse del coronavirus (bello quel “corona”, di re o di santi) sono colpevoli, se entra in Italia, questi irresponsabili dei nostri politici amanti di poltrone (solo loro). Suscitano più ira e rancore i morti, primi e soli i bambini e le donne. Gli altri, noi poveri vecchi… Un tempo c’era il Taigeto, prima degli ospizi.

Per quanto è vero… si dice sulla stampa e ne dice di verità che imbocca al popolo credente, si dice che le scaramucce sul processo e sulla prescrizione breve siano passate a beghe da salotto. Così l’opposizione costruttiva. Tanto, un tale fattosi leader ribadisce, il Governo non cadrà. Circola, come sempre, un “lodo”. Ma la questione è a chi interessa? Al cittadino onesto, che sa che non sarà mai davanti ai giudici, o a qualche lobbista, che lotta per l’assoluzione breve per prescrizione? Perché dalle piccole infrazioni alle stragi, si può gridare a piena voce, e sono tanti, non solo i mafiosi, di essere stati assolti. Per scadenza dei termini. Per quanto è vero… Sanremo è stata da sempre l’immagine perfetta, per 70 anni, della società italiana, fra i nostri e gli esteri fanatici, dalla Nilla Pizzi tutta materna come la Madonna, alla Orietta Berti, che tutti schifavano, ma che vinceva sempre come la rifiutata Democrazia cristiana. E dove è finito il Claudio Villa? Fino agli odierni estrosi tatuati, pochi rari fra gli inossidabili dinosauri che fanno sempre audience (americo-latino dal latino audiens) fra gli anziani.N (Orazio, Satire I, 1, 24-25, quamquam ridentem dicere verum / quid vetat?).