L’INTERVISTA con FRANCESCO ATTAGUILE
di GIOVANNI PEPI
Dottor Attaguile. Parlando del Sud , come abbiamo fatto nelle due interviste in questi giorni ( cliccaqui ) non dimentichiamo che c’è una questione Sicilia. Sempre più diventa una Terza Italia dove le cose vanno peggio che nel resto del mezzogiorno. Sono o no necessarie politiche speciali ?
“La Sicilia non deve isolarsi più di quanto all’isolamento non la costringa la sua insularità ..”
Lei dice ? E dove mette la sicilitudine dell’anima di cui parlava Sciascia
“ Ce l’ho bene in mente. Ma dobbiamo capire tutti che si tratta , per l’appunto, di una suggestione letteraria affascinante, che , però, impedisce di competere nel mondo globalizzato. Cosa vogliamo ? Restare irreversibilmente un’enclave vecchia e spopolata in mezzo allo sviluppo galoppante dell’area mediterranea ? “
Lei così dà un colpo all’intero edificio dell’Autonomia Speciale.
“Abbiamo urgente bisogno non di privilegi e di specialità, ma di normalità. Che elimini lacci e lacciuoli di un’illusoria diversità gattopardiana. Anche perché quella vera, che il Padreterno ci ha regalato con le meraviglie che ci circondano, quella non dipende da un decreto e non ce la leva nessuno.”
Lei conosce bene i finanziamenti possibili in Sicilia. Quali sono le opere che , realizzate in fretta, potrebbero dare buona accelerazione alla crescita.?
“Nel ciclo 2007-2013 abbiamo ottenuto il massimo contributo dalla UE fra tutte le Regioni d’Europa, facendo valere anche la nostra insularità per il cui riconoscimento nel Trattato, parlo dell’articolo 174, ci eravamo a lungo battuti “
Quali risultati in concreto ?
“Circa 6 miliardi assegnati, quasi triplicati dai cofinanziamenti nazionali e regionali. Nel 2014-2020 l’intervento è un po’ diminuito, ma soprattutto la gran parte non è stata ancora spesa e per il 2021-2027 si dovrebbe ottenere ancora meno..”
E perché ?
“Perché , fra l’altro, affiorano le insofferenze dei Paesi ‘contribuenti netti’ per la scarsa efficacia della spesa, che ‘proroga’ il conseguimento dell’obiettivo dell’investimento, cioè quel 65% del PIL medio europeo che inseguiamo invano e senza troppa convinzione dal 1989, malgrado gli ingenti stanziamenti ottenuti.”
Torniamo alla domanda di prima. Perché ?
“I motivi sono da ricercare, come dissi, nel dirottamento degli investimenti statali ordinari. Non il cofinanziamento nazionale dei fondi europei, che per merito dell’UE vanno rendicontati e non possono essere distolti, ma ciò che si investe ordinariamente nelle Regioni del centro-nord e che da noi si fa solo , quando si fa, con i fondi europei, che dovrebbero invece essere ‘aggiuntivi’ nelle Regioni in ritardo per colmare il divario.”
Ci sono altre ragioni ?
“Sì. L’altra ragione sta nella frammentazione della spesa, dispersa in mille rivoletti privi di valore strategico, che alimentano per lo più istanze localistico-clientelari parcellizzate nel territorio. E c’è anche di peggio …”
Cosa?
“Talora o spesso i risultati di crescita si vanificano del tutto quando si camuffa da investimento la spesa corrente, come tentato goffamente dal governo Crocetta e finendo per doverli restituire. “
E qual’è la vostra strategia di spesa ?
“ Occorre concentrarla su alcune grandi infrastrutture che altrove hanno prodotto lo sviluppo..”
Quali per esempio ?
“ il Ponte che è la madre di tutte le infrastrutture e i porti collegati all’entroterra europeo con ferrovie moderne, per essere la piattaforma logistica al centro dell’interscambio globale che passa dal Mediterraneo..”
A quali altre opere pensate ?
”Una rete ferroviaria interna veloce e capillare per rendere il territorio regionale raggiungibile da aeroporti e porti in meno di un’ora, una qualità di vita “europea” per le persone nelle città, di servizi e di sicurezza per le imprese che attirino gli indispensabili investimenti esterni..”
Potrebbero obiettarvi che questi sono sogni ..
“Lei dice ? Allora aggiungo che bisogna ricostruire le grandi scuole di eccellenza formativa , ‘diserbate’ da Crocetta, per trattenere i giovani migliori e ospitare quelli della Macroregione mediterranea. Sogni , lei dice ?”
Io non lo dico. Ma temo che molti, leggendo questa intervista, lo penserebbero..
“ E quei molti, che io spero siano pochi , sappiano che questa è la Sicilia ‘europea’, proiettata sul mondo che si sarebbe potuta già costruire, come accaduto altrove, e che si può ancora realizzare se cambiano strategie, metodi, istituzioni e, soprattutto,..persone”