Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

RIPARTE IL BELLINI. LA VIRTU’ DEL RISCHIO…

 A Palermo rinasce il teatro Bellini. Il più antico della città. “ Di pochi anni più antico di Santa Cecilia.. La sua data di nascita è il 1676…” dice Rosalia Caruso, la brava guida che mi accompagna negli spazi sobri e scarni che odorano di fresco, tra tende rosse, antichi costumi ricamati, palchi, riproduzioni di stampe d’epoca e spazi di platea vuoti. ( le immagini qui) Storia travagliata, quella del Bellini. Si incrociano splendori e degrado, abbandoni e colpevoli indifferenze, ricostruzioni lente e incendi violenti. Ma anche improvvisi   di amore e belle stagioni. Non senza momenti di gloria. Fu preferito e visitato da altezze regali. Come teatro lirico, nell’800, ospitò la prima del “Così fan tutti” di Mozart. Ha legato il suo nome a celebrità della musica come Donizetti che ne fu direttore artistico nel 1925. Ha rappresentato la prima nazionale della Gioconda con Eleonora Duse….

La riapertura che si avvia , induce però ad una riflessione sull’esistenza, pur tra crisi e ritardi cronici, di una Palermo viva. Non vi sono impegnati grandi mecenati nè ricchi gruppi imprenditoriali. Ci sono giovani cooperatori che si sbracciano e rischiano in proprio. Stipulano una convenzione con i proprietari ( i Lo Bianco) e programmano una gestione tutta loro . Per proporre mostre, convegni , meeting , ricevimenti fino alle rappresentazioni teatrali . Non hanno contributo pubblico. Ma tutta l’energia dell’intraprendenza privata. Questo mi dice Marco Sorrentino, presidente di “Terradamare” , la cooperativa impegnata nell’impresa : “ Vogliamo fare, non protestare contro chi non fa..” Ha ragione. Nella denuncia, sempre fondata, c’è spesso il segno della fuga dall’impegno. Loro vogliono invertire le cose. Realizzarsi qui, ora e subito. Buona notizia. Tanto più se penso ai dati che questo blog mette nudo su giovani e lavoro. Grandi crisi non senza paradossi.

Ricordiamoli. 25.000 giovani ogni anno se ne vanno. La fuga ci costa 250. 000 euro. Siamo pure l’isola con il record in Europa dei giovani che rinunciano, quei quei Net che non studiano, non hanno lavoro e non lo cercano. La Sicilia è seconda solo alla Campania per richieste di reddito di cittadinanza, ma pure quella dove il 20% per cento delle imprese non possono assumere perché mancano i mestieri che servono. Politica  cattiva ? Governi poco lungimiranti ? Cecità legislativa ? Burocrazie incapaci ? C’è un po’ di tutto dietro queste cifre. Ma si aggiunge una cultura provvidenzialista , l’assenza di gusto del rischio, la poca voglia di inventarsi il futuro. Oggi nel Bellini che rinasce c’è il segno della diversità. Ed è cosa non meno importante della sua rinascita. “ Contributi pubblici non ne abbiamo”, dice Rosalia nel salutarci “ Certo, se arrivano non diremo di no…. “ Le auguro proprio che restino in piedi da soli. Da privati. 22 aprile 

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