Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

( Un dipinto di Felice Casorati esposto alla Galleria d’arte moderna di palermo )

di GAETANO DE BERNARDIS

Gli ultimi episodi di cronaca che hanno visto alcuni docenti vittime di una violenza proveniente da ambienti familiari dei propri alunni, propongono all’opinione pubblica situazioni assolutamente inedite. Infatti nella scuola del passato, anche non troppo lontano, il rapporto genitori –docenti-alunni era fondato sul principio che le famiglie affidavano il processo formativo ai docenti, ritenuti soggetti molto qualificati per farlo e quindi era operante , per dir così, un patto sociale scuola-famiglia proteso a far crescere un giovane sia dal punto di vista dell’istruzione sia dal punto di vista della formazione. Oggi purtroppo non è più  così. Le famiglie, tutte le volte che entrano in relazione con le istituzioni scolastiche e con i docenti in particolare, lo fanno, spesso, per difendere il proprio figliuolo dall’istituzione scolastica considerata pregiudizialmente ostile. Insomma, lo scenario sembra profondamente mutato. Sempre più spesso circolano notizie, nelle quali si parla di gesti violenti di genitori nei confronti dei docenti (l’ultimo in ordine di tempo l’episodio di quel genitore che ha malmenato il vicepreside di una scuola).  Perché tutto questo? Una possibile spiegazione va forse ricercata nella profonda trasformazione della famiglia: ormai, per tanti motivi che qui sarebbe lungo ripetere, essa ha perso l’assetto tradizionale: entrambi i genitori spesso stanno tutto il giorno fuori di casa, al lavoro e i figli sono affidati ai nonni nel migliore dei casi. Insomma essi hanno perso il loro tradizionale compito educativo (per non parlare di quei genitori separati o divorziati che di fatto hanno abdicato del tutto  alla propria funzione). C’è allora da stupirsi troppo se essi interpretano il loro ruolo nei confronti dei docenti in chiave, per dir così, “difensiva”o, se si vuole “sindacale”, nel senso che si pongono come strenui difensori dei loro ragazzi, anche se essi hanno manifestamente torto? Ma si sa! La pace familiare e il consenso dei figli valgono bene una lite con i docenti, di cui si ha, per altro, scarsa considerazione!

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