Ha impiegato un mese. Ora la nuova “Ultima cena” di Angela Tripi è pronta. 13 sculture attorno a un tavolo, un pranzo semplice, Giuda appartato. Tratti forti, tra sguardi ed espressioni vividi. Abiti semplici ma preziosi nel disegno , nella linea , nelle pieghe . L’autrice indica i vari personaggi, racconta il lavoro che ciascuno ha comportato, spiega le posizioni scelte, sottolinea i particolari. E’ orgogliosa dell’ opera. E si vede. . Ma non traspare dalle sue parole , dal tono sommesso. Parla poco, come sempre, Angela Tripi. E si muove, con passo lento, tra gli scaffali pieni di forme e prove. Corpi nudi, uomini , donne animali allineati come in parata. Saranno vestiti di stoffe e colori. Ma già si distinguono negli sguardi e nelle espressioni.
Sono già vivi , pronti a trovare posto nei presepi che la Tripi programma, di giorno in giorno, creando strade, piazze, case, fuochi, fattorie, campagne e palazzi. Come nell’ultimo realizzato in queste settimane. Un presepe ideato e voluto in un comune siciliano, con signori e contadini , signore eleganti c he portano a spasso piccoli cani e donne del popolo. 180 pezzi almeno. Subito comprato dagli spagnoli. Angela Tripi, la nostra signora dei presepi, racconta con frasi brevi, sorride e non commenta. L’apprezzano e l’amano all’estero più che in patria. Ma lei va, lavora e continua a produrre , instancabile , le sue sculture. gp