Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.


Alla Regione, si è scritto, si va verso il voto nel vuoto. Solo i grillini hanno carte in regola, con un candidato e qualche idea di programma. Nel centro destra  si bruciano i candidati. Nel centro sinistra non si accendono nemmeno. Nel voto vuoto, lo spazio dei problemi è pieno. Un ultimo record, quello degli incendi. Si aggiunge ai tanti di cui parliamo: dalla disoccupazione alla povertà.

La politica dorme. E non ragiona sull’andazzo. Quando si va male da noi si va peggio. Quando si va un poco bene, come adesso che in Italia la  ripresa si consolida, altrove si va meglio. Come uscirne? Riformando istituzioni, ristrutturando gestioni, riorganizzando poteri? Come? Si esca dal silenzio…

Intanto, nel dibattito che abbiamo avviato, c’è una  posizione importante. Luciano Violante, nel suo articolo su questo blog, pone una questione: si rifletta sulle riforme per fare le cose, ma si facciano le cose che si possono fare. E parla della legge per il Sud. Sulla stessa linea è Giuseppe Catanzaro, presidente degli industriali. Nell’intervista che ci ha rilasciato, sollecita la politica perché la campagna elettorale non diventi limbo paralizzante. Non si è a poca cosa. 1.250 milioni nel Sud ricorda Violante. Catanzaro conta 7 miliardi per la sola Sicilia. Una occasione che sprecheremo?

Violante ha un’idea. Proprio Sicilindustria costituisca una cabina di regia, magari concordando con le università siciliane, per orientare nella linea migliore progetti, uomini, uffici, istituzioni. Un’idea da considerare bene. Violante è adesso un intellettuale autorevole impegnato nello studio di istituzioni e partiti (l’ultimo libro è: ”Democrazia senza memoria”). Conosce bene, della Sicilia,  le une e gli altri essendo stato protagonista politico in Italia quando in Sicilia, nel pieno dell’emergenza mafiosa, si incrociavano cruciali strategie di cambiamento che portavano anche la sua firma. Li conosce bene e teme un paradosso. Che da una crisi dove la Regione non può spendere risorse che non ci sono, si passi a quella in cui le risorse ci sono e c’è una regione che sa spendere.

Luciano Violante
Giuseppe Catanzaro

 

 

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