Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Un click QUI per vedere le immagini della Gallery VISIONI DALL’ORTO direttore dei musei dell’ università di palermo

L’INTERVISTA…..con PAOLO INGLESE di GIOVANNI PEPI

Una novità all’Orto Botanico di Palermo. A pochi metri dalla nuova serra delle cactacee nasce la Vigna del Gallo. Una novità che  é  un ritorno all’antico. Il nome è quello degli estesi vigneti che i duchi Archirafi coltivavano prima che nascesse l’Orto.  I giardinieri hanno lavorato sodo mettendo a punto i “portainnesti”. La pratica è vecchissima. Si prendono tralci dalle radici filamentose, cespugli che somigliano a  barbe umane. Da qui il nome di “barbaceddi.”Le barbe si tagliano e i  fili accorciati si annodano in una sorta di gomitolo. Ogni tralcio con il suo gomitolo si infila nella terra. Nella parte che resta fuori si innesteranno i vitigni che si vogliono coltivare. Un modo per utilizzare la spinta spontanea delle radici selvagge nella crescita di piante nuove. Nascerà così un museo dei vitigni.

Ne parlo con il professore Paolo Inglese. L’idea è sua. E’ autorevole agronomo e direttore delle attività museali dell’università. In questo museo, ci saranno vitigni del passato ormai fuori coltivazione ? Quali ?

“Avremo due forme di allevamento storiche, l’alberello marsalese e  quello alcamese e 25 varietà siciliane, tra quelle note ad altre che  sono delle vere e proprie reliquie…”

Vale a dire ?

“ Nero d’Avola, Perricone,  Inzolia, Zibibbo nero, Nerello Mascalese, Grillo, Carricante, Cutrera, Vitrarolo, Orisi e altri.”

Avranno forme diverse  o la diversità potrà essere apprezzata solo da esperti ?

“ Tutt’altro. Studenti e ospiti dell’Orto potranno ammirare differenze nelle foglie,  nel vigore, nei grappoli e comprendere cosa significa biodiversità all’interno di una singola specie.”

E aver conto di una storia. Perchè la viticoltura è viva. Ha ancora un peso nell’economia dell’isola. Ma quali sono oggi i vitigni che tirano ?

“Tantissimi, a volte vinificati in purezza, altre in blend. ..”

Che vuol dire ?

“La  Sicilia ha, come altre Regioni, un patrimonio molto ampio e  recentemente sono state individuati dei genotipi molto specifici…”

Scoperti o riscoperti ?

“Riscoperti. Erano quasi dimenticati. Ma oggi potrebbero costituire delle novità importanti…”

Il vecchio diventa nuovo …

“In un certo senso. Del resto, il mondo del vino vive continuamente quest’incrocio tra locale e  globale che è uno dei suoi tratti specifici…”

Quali fattori hanno provocato i mutamenti della nostra viticoltura ?

“ Economici, come sempre direi. La viticoltura del tempo in cui io la studiai da studente di agraria, a cavallo degli anni 70/80 era del  tutto diversa da quella di oggi….”

Diversa come ?

“ Nel 90% dei suoi aspetti tecnici ed denologici e nella sua stessa finalità. Abbiamo imparato e stiamo  imparando ancora oggi a fare un buon vino ..”            Prima non lo eravamo ?

“ No. Facevamo in gran  parte vino da taglio con poca tecnologia in cantina e poca  specializzazione in vigna.”

Si è andati avanti allora. E oggi le aziende sono tecnologicamente adeguate? O subiscono una concorrenza che le indebolisce ?

 “ Le migliori aziende siciliane sono tali a livello mondiale. ..”

Posizione non priva di rischi

“Certo. La sfida del vigneto in Sicilia è legata alla sua sostenibilità e anche su questo i ‘grandi’ siciliani lavorano guardando al futuro…”

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