Pippo Madè torma a dipingere la malattia. Ricordiamo le sue ricostruzioni dei matti e della peste. Ma stavolta non immagina. Non ricostruisce tempi lontani. Racconta una storia vera nei giorni del Covid. Un suo amico è stato contagiato, ha vissuto 25 giorni di inferno in un ospedale romano. Nemmeno Pippo per ora sta bene. E con l’amico si incontrano nella sofferenza. Parlano di tutto ma pensieri e parole quasi si sovrappongono. Scoprono l’uno sentire pensieri e pulsioni dell’altro. Ripercorrono storie vissute, speranze e anche sogni. E racconti e parole quasi coincidono. Una frase dell’uno si completa con quella dell’altro, ciascuno sorprendendosi di tanta identità di visioni.
Entrambi devoti, nella fede si vedono, si cercano e si ritrovano .Ripercorrendo ricordi ed episodi vissuti. In quella stanza d’ospedale i muri erano verdi e verdi Pippo li dipinge ora in questo nuovo quadro. Ma nel muro apre uno squarcio dal quale compare un cielo luminoso e stellato”la speranza che mai deve venir meno “, mi dice ora . E la speranza ha vinto. L’amico è guarito e Pippo può raccontare quei dialoghi e dipingere. Il senso di tutto è riassunto nella quartina scritta e disegnata accanto alla finestra piena di cielo e stelle.” Ho guardato indietro e ho visto che per ogni giorno della mia vita, apparivano orme sulla sabbia, una mia e una del Signore..” E lungo quelle orme si è camminato fino alla salvezza….
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