Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di GIOVANNI PEPI

C‘è Una stella nei cieli di palazzo Chigi. Si chiama semplificazione. Giuseppe Conte la  definisce la “madre di tutte le riforme “ per dare all’Italia “lo shock economico” di cui c’è bisogno ( qui ) Il bisogno è innegabile. Si prospettano numeri orribili come si leggeva su Il Riformista. it ( qui ) : “Il Pil italiano si contrarrà nel 2020 del 9,5%, a fronte di un deficit-Pil che salirà all’11,1% e a un rapporto debito-Pil in rialzo al 158,9%.” Non ha torto Conte. Ma se così stanno le cose, perché non si è cominciato a semplificare subito invece di procedere con decreti complessi. ? Nei primi due mesi, denunciava Econopoli ( qui )  “  .. sono state generate più di 300 pagine di decreti legge, Decreti del Presidente del consiglio dei ministri, decreti ministeriali, ordinanze della protezione civile (alla data del 24 Marzo qui)… in un corto circuito di norme, rimandi, modifiche a decreti precedenti ..”

Opere pubbliche bloccate dalla burocrazia: Questa foto scatta ad Enna da Angelo Pitrone è tratta dalla mostra LA NOSTRA ESTATE. Cliccare qui per vedere le altre immagini

Si andava avanti fino all’ultimo decreto chiamato Rilancio , concepito a marzo, promesso per Aprile, varato a maggio, Con 266 articoli di difficile lettura. Che ancora richiedono, come rivela Il sole 24 Ore 98 decreti per attuarlo ( qui )

La semplificazione è ora condizione cruciale. O si riesce ad attuarla o non si cresce.  Perché i tempi biblici annacquano ogni manovra e scatenano crisi sociali. Come ricorda Valentina Conte su Repubblica ( 22 maggio) due milioni e mezzo di lavoratori aspettano i soldi richiesti. Si aggiungono un milione di autonomi in attesa dei 600 euro. Intanto , da Milano a Palermo, si susseguono adunate in mascherina con schieramenti a distanza e flash mob di protesta. Cresce la rabbia per procedure lunghe, scogli burocratici, uffici che si inceppano. Si deve continuare così?   Gli economisti, a cominciare da Carlo Cottarelli, concordano: la chiave della ripresa è negli investimenti pubblici . Ma l’attuale rete di norme è popolato da risorse che si incagliano. Non si contano gli orrori delle opere finanziate e bloccate. Dalle denunce degli industriali dell’ Ance ai riconoscimenti del governo ( ultimo Giancarlo Cancellieri, viceministro alle infrastrutture ) , siamo a livelli che oscillano tra 80 E 100 miliardi.

I rapporti tra imprese e uffici pubblici, poi, comportano, secondo la Cgia di Mestre , 56 miliardi di spese a carico delle prime. Lo Stato è debitore verso le industrie fornitrici di 53 miliardi, cifra tra le più elevate in Europa. Allora si vuol sbloccare o no ? Studiamo ancora la semplificazione affogando nella recessione?

Soluzioni esistono. Lo dimostra la rapida costruzione del ponte di Genova. Perché da quell’emergenza si è potuti uscire e da questa no ? Si obietta che le procedure sono utili per sbarrare la strada a mafie e corruzione. L’ obiezione non regge per due ragioni almeno. Nell’attuale rete di lacci e lacciuoli tanto la mafia quanto la corruzione si infiltrano eccome. Lo dimostrano le inchieste condotte con successo  in Sicilia, tra retata dei 90 boss e gli arresti per tangenti nella Sanità. Le quali dimostrano l’efficenza dei nostri sistemi di contrasto. Invece indolenza burocratica e moltitudine di passaggi favoriscono mafia e corruzione. Se l’azienda resta senza soldi, nel vuoto di aiuti pubblici, stretta tra chiusura o usura, accetta il soccorso mafioso . E’ quanto avvertono, in questi giorni, i maggiori protagonisti della lotta contro le mafie. E allora ?

Aspettiamo questa ” madre di tutte le riforme”. Sperando non si ripeta il parto di creature mostruose. Per quanto lo stato delle cose è sfavorevole. La maggioranza è percorsa da crescenti fibrillazioni e scricchiolii. Su importanti dossier si è fermi. Il ministro Paola De Micheli dichiarava: “Le norme per l’accelerazione degli appalti pubblici e per l’edilizia “le abbiamo sostanzialmente definite e andranno nel DL Semplificazioni, quindi tra 15 giorni saranno in Gazzetta Ufficiale”.( qui ) Era 15 maggio. Siamo al 24. Mancano una decina di giorni. Ma di quella data non si parla più. Sulla nuova semplificazione c’è forse qualche complicazione ?