Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

 A Palermo in via Macione, un vicolo nella città vecchia, accanto a un porta finestra chiusa da una tenda, c’è una poltrona circondata da pietre. Un rifiuto, penso. Invece no , a quanto pare. Un uomo del posto colpito dalla mia curiosità, spiega che è ” una scelta di stagione…” Come ?

“Ma si , è arrivato il caldo, il sole batte, caldo a casa… Qui , sotto l’ombra dei balconi, seduti in una poltrona così, si può godere il fresco, no ?” Non so se scherza. Ma se non vera, la cosa è verosimile. La poltrona è ben messa, non ha l’aria di essere buttata via. E poi quelle pietre sembrano volute per recintare, circoscrivere… L’uomo continua: ”Che vuole ? La casa è stretta.. Poi non fanno male . Anzi…” Anzi cosa ? “ Non vede , qui attorno è tutto pulito.  Non una cartaccia, non un pezzo di legno. Nulla.” E’ cosi’. Pochi metri più avanti, in via Garibaldi, il paesaggio è diverso. Proprio accanto al Circolo Bellini ,  ritrovo dell’aristocrazia della città, c’è una discarica in cui trovi tutto, divani e legni, vecchi sportelli e sacchetti, bottiglie e  plastiche di ogni genere.  Tutto. Dunque, facendo i conti: appropriazione di spazio civico , ma in cambio una pulizia in misura sconosciuta alla zona. Il mio interlocutore capisce, giustifica,  

Qualche chilometro più avanti, nel porticciolo dell’Aspra, il mare di Bagheria, trovo qualcosa di simile in un contesto differente. Nella striscia di spiaggia che precede un parcheggio di lance da pesca, uno spettacolo magnifico di colori pastello, giallo e azzurro, rosso e verde, bianco arancione, proprio sulla battigia , infissa nel punto più vicino all’acqua, una vecchia poltrona accanto ad una carcassa di natante in disuso. E’ in buono stato, per quanto vecchissima e scolorita. Perfettamente funzionante per chi vuol sedersi e guardare le onde che muovono verso scogli emergenti punteggiati dal bianco dei gabbiani…Anche qui, un ignoto gettante, uno scambio implicito, non concordato tra amministrazione e residenti. Spiaggia come zona di scarico per oggetti che non servono più ma una poltrona a disposizione di tutti per ammirare le azzurre bellezze del posto. Succede sempre più spesso a Palermo. Ci si appropria di cose pubbliche per averne vantaggi privati, ma pure si usano cose private per offrire vantaggi pubblici. Tutto a posto e in ordine, insomma…Ma sottosopra. 20 maggio

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