Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

di ENRICO LA LOGGIA E PASQUALE HAMEL

Così Enrico La loggia ( nella foto in home page )

presidente della commissione per l’attuazione dello Statuto Speciale

Caro Giovanni. Mi ha molto colpito il pezzo di Pasquale Hamel sullo Statuto Siciliano. Non solo perché è un mio carissimo amico, ma anche perché è uno storico , uno studioso , un opinionista di grandissimo valore che stimo incondizionatamente.

sicilia

Cosa che non faccio abitualmente .  Qualche tempo fa in occasione di un convegno  in memoria di Giuseppe La Loggia sull’attualità dello Statuto, i relatori ( tra i quali Della Cananea , Pitruzzella, Baldassarre ) convennero sulla necessità di un forte ridimensionamento delle norme speciali, ma anche sul mantenimento delle norme finanziarie . Convenni , anche io , su quelle conclusioni , nel convincimento che se avessimo puntato  agli obiettivi essenziali , forse la nostra battaglia per il miglioramento delle condizioni dell’Isola ,  avrebbe avuto più possibilità di successo. E in questi giorni di blocco forzato , rimescolando nell’archivio di mio nonno Enrico , ho trovato  una sua lettera al professor  Salvatore Orlando Cascio del 5 luglio 1951 , nella quale scriveva testualmente  : “L’Autonomia Siciliana sostanzialmente deve puntare sulla questione economica  “ . E se lo diceva Lui…… E potremmo accantonare privilegi , assistenzialismo e clientele  “ aggiungerei io “ . Occorre avere coraggio e determinazione e cercare soluzioni possibili. ell:

NON HA SENSO L’IDEA DI UNO STATO IN SEDICESIMO

Pasquale Hamel, giornalista e scrittore

di pasquale hamel 

Mi fa piacere che il professor La Loggia, mio antico e stimato amico, che con  generoso impegno , coltiva la memoria di una famiglia che ha dato tanto alla storia “buona” della Sicilia e della sua Autonomia regionale, convenga sulla opportunità di una riforma coraggiosa della Regione che punti allo smagrimento delle competenze, mettendo fine, una volta e per tutte, a quella “pantomima dell’amministrazione centrale” – cioè lo Stato in sedicesimo- di cui parlava Sturzo criticando il modo in cui si era andato realizzando il progetto regionale. Puntare su un’istituzione che sia funzionale allo sviluppo, che, una volta e per tutte, abbandoni l’idea di contrapposizione ed invece la sostituisca con quella di collaborazione, secondo il modello proposto, in sede di elaborazione dello Statuto, da Mario Mineo, potrebbe già essere una risposta corretta. .