Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’OSPITE….UGO ROTOLO

 medico nefrologo

Sono un medico ospedaliero di frontiera abituato a confrontarmi ogni giorno con l’assistenza ai pazienti , prima agli adulti adesso ai bimbetti, l’emergenza, la riduzione della spesa sanitaria, le carenze strutturali e organizzative e tutto ciò che ruota intorno alla nostra Sanità Italiana. La pianificazione sanitaria in Italia ha previsto una riduzione dei posti letto ospedalieri e conseguentemente una minore necessità di specialisti. In particolare in Sicilia l’ultimo piano sanitario regionale prevede la chiusura di numerose …divisioni ospedaliere per ridurre il numero dei posti letto per acuti, attualmente in eccesso, in rapporto al numero di abitanti per adeguarci alla media nazionale. Così da tanti anni non si bandiscono concorsi per colmare quei vuoti in organico dovuti alla quiescenza dei dirigenti sanitari e in tutte le divisioni ospedaliere il numero effettivo è sempre inferiore a quello stabilito e necessari

I medici ospedalieri in trincea sono costretti a sobbarcarsi il lavoro delle unità assenti, sono mal pagati, rispetto ai medici di altre nazioni della comunità europea, il contratto di lavoro è un tabù bloccato da 10 anni, le aggressioni verso i medici, segno di inciviltà, aumentano ogni giorno e spingono tutti i cittadini alla critica distruttiva e, nelle situazioni più estreme, all’emulazione della violenza. La meritevole proposta dell’onorevole Giorgio Trizzino di finanziare 10.000 borse di studio per aumentare il numero di specialisti creerebbe immediatamente 10.000 posti di lavoro per un periodo di 5 anni trascorso il quale non verrebbero assorbiti per la riduzione della rete ospedaliera. Inoltre la formazione di un medico specialista dovrebbe avvenire sul campo di battaglia, cioè in corsia, e tanto tempo dovrebbe essere richiesto e concesso per portare un medico alla conoscenza ed esperienza per fregiarsi del titolo di specialista e affrontare con competenza il ruolo di medico “salvavita”.

In atto il sistema di formazione è lontano da quel livello di efficienza ed efficacia necessario. Infine una pianificazione errata della sanità pubblica o una pianificazione mirata a spostare nel privato l’assistenza sanitaria, una politica più interessata al mantenimento dei privilegi e quindi alla nomina e al controllo di direttori generali di aziende ospedaliere, alla nomina di primari e all’assunzione di dirigenti medici più che all’interesse e al bene della collettività portano in continuazione a lanciare segnali di allarme che richiedono provvedimenti d’urgenza che non fanno altro che mantenere una struttura disorganizzata, carente, mal gestita richiedente però continui aggiustamenti di per sè inefficaci ma utili all’interesse politico.

 

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