Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

Rossella Leone al Museo Riso di Palermo. Olii e sculture, disegni e  installazioni. Pubblichiamo , per cortese concessione dell’autrice, la nota critica di Bruno Corà

ill particolare di una installazione. Click QUI per le immagini delle altre opere

 rossella leone 

LA DERIVA E LA PERDITA DELL’UOMO CONTEMPORANEO..

di BRUNO CORÀ

Il suo percorso artistico inizia con l’ uso della carta manualmente fabbricata, dallo stato informe di polpa al foglio, fino a riscattarla dal suo mero ruolo di supporto per elevarla a vero e proprio..materiale pittorico, plasmabile al limite del bassorilievo e della scultura, coniugata a pietra, metalli, resine, vetro, etc. Nucleo concettuale della mostra è la riflessione sulla deriva e sulla perdita dell’uomo contemporaneo come individuo e come società, a scapito della natura, dell’ambiente e della sua stessa crescita intellettuale e sentimentale. In linea con quanto afferma Maurice Merleau Ponty I nostri occhi vedono più di quello che realmente vediamo, le opere di Rossella Leone scavano nel passato più remoto per sviluppare il continuo rapporto con il presente. Difatti, sebbene alludano al mito, non lo raccontano ma lo trasformano in un suo specifico linguaggio. In mostra i diversi cicli sviluppati dall’artista, dalle grandi pitture introspettive sul tema della deliberata Caduta alle Partiture afone, dai Talami ai grandi Muri e ai Canopi urbani, dalle laceranti e seducenti lesioni vive, fino alle opere più recenti come l’installazione Living che affonda sul tema dell’assuefazione alla violenza e all’orrore.

Se nelle partiture afone in carta o marmo, le vibrazioni chiaroscurali suggerivano partiture sonore  affidate all’intima percezione visiva del fruitore, in questa mostra l’artista propone spazializzazioni e partiture sonore, derivate dal lungo ascolto del canto delle misteriose cicale, confluito nella performance Che non sia l’ultimo canto: appassionata invocazione tesa a sviluppare una consapevole contrapposizione al disastro ambientale e climatico paurosamente in atto. Ecuba e Fedra, opere del ciclo dei Talami sono solo alcuni degli esempi che indagano sul “travagliato femminile” di sempre, oggi più che mai drammaticamente attuale. Il lavoro sviluppato negli anni da Rossella Leone, delinea una vera e propria estetica dell’orrore che nutre e forgia quotidianamente il nostro sguardo e i nostri sensi tutti, fino a insinuarsi morbosamente nel nostro cervello. Ercole che uccide l’amazzone – dell’omonima metopa selinuntina del Museo Archeologico Salinas di Palermo riprodotta in serie come giocoso e variegato elegante souvenir, si impone difatti, nell’installazione Living, contrattando con le drammatiche immagini degli orrori che ci hanno sconvolto negli ultimi decenni che Rossella Leone ha trasformato in decoro del futo e soggetto dei souvenir con Ercole che blandisce l’amazzone Ippolita, esposti come trofei di una collezione privata.

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