Sono un giornalista che scrive, parla e fotografa. Una passione: la bici da corsa. Un sogno: riuscire a far capire anche quello che non capisco.

L’ INTERVISTA ….con ALESSANDRO ALBANESE   

 

vicepresidente vicario della Sicindustria 

Sempre più difficile in Sicilia, il rapporto tra giovani e lavoro. Generazioni rischiano di bruciare il loro futuro. Non tutti vogliono restare nel fuoco. Abbiamo visto con le interviste  a Lagalla qui equi : 25.000 persone ogni anno fuggono altrove. E chi resta ?  Lo chiedo ad Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria. ….Risposta secca. “Vivono nel  crogiolo della crisi permanente , tra rabbIa e disagio. Ed i numeri ce lo dicono chiaro.”

Quali numeri ?

“Cominciamo da quello di base. La Sicilia, secondo i dati Istat elaborati da Confindustria, è la regione con la più elevata percentuale di abbandono degli studi da parte dei giovani compresi tra 18 e 24 anni

In quale valore ?

“ 23, 5 per cento. Poi viene il resto

Parliamone

“ Niente di nuovo, ho già detto altre volte. Secondo i dati contenuti nel Regional Yearbook 2018, pubblicato da Eurostat, la Sicilia occupa la maglia nera in Europa per numero di persone fra 18 e 24 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti ‘neet’. “

La maglia nera..?

“ Si. Il dato che riguarda l’isola è il peggiore dell’Europa continentale….”

Addirittura. E a quanto saremmo ?

“Al 39,6 per cento..”

E le altre regioni nel nostro sud ?

“La Campania è al 38,56 per cento. Peggio di noi fa solo la Guyiana francese. Fra le 11 regioni con il più alto tasso di neet in Europa, quattro sono del Mezzogiorno: oltre a Sicilia e Campania, anche Puglia con il 36,4 e Calabria con il 36%.

Ma proprio Lei ci parlava nell’ultima intervista di un paradosso

A cosa si riferisce ?

“ Al fatto che ci sono massima disoccupazione ma pure imprese che cercano e non trovano disoccupati da assumere..”

“Confermo. Abbiamo fatto i conti. In Sicilia il 20 per cento delle  imprese non riesce a trovare le figure professionali di cui ha bisogno. ..”

Quali in particolare ?

“ Mancano periti meccanici, tecnici del legno, periti elettronici, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri e matematici. “

Più che un paradosso una tragedia, dopo miliardi e miliardi di vecchie lire spesi per la Formazione..

“ Proprio così . Aggiungo che, secondo una recente analisi di Federmeccanica , il 48% delle imprese, nel secondo trimestre del 2018, ha dichiarato di avere avuto difficoltà a reperire manodopera specializzata sul mercato del lavoro. “

Si è in ritardo sui  mestieri nuovi ?

“Anche. Ma la carenza secondo lo studio,  ha riguardato, in ugual misura, le figure professionali con elevato contenuto tecnologico e quelle con competenze di tipo tradizionale..”

Interessante. Avete anche fatto i conti ?

“Si.  il 42% non riesce a reperire figure professionali con competenze tecnologiche e digitali avanzate, il 45% con competenze tecniche di base e il restante 13% figure professionali con altre specifiche caratteristiche.”

Come uscirne ? Le politiche pubbliche le abbiamo viste. ci vorrebbero quelle delle aziende private

“ Infatti. Il gap di cui parlo viene superato in parte  dalla formazione aziendale e il training-on-the-job. Ma una cosa è indispensabile..”

Quale ?

“ Come dicevo nel dibattito organizzato da questo blog . deve essere costante il legame tra la formazione e il mondo delle imprese affinché il sapere e il fare siano le facce di una stessa medaglia. ( in PER DIRLA TUTTA, titolo Formazione e Lavoro qui )..”

 Ma ci si muove in questa linea . Questo dice nelle interviste a questo blog l’assessore Lagalla

“La misura è insufficiente. Occorre rendere maggiormente efficiente ed efficace l’attuale spesa relativa alla formazione professionale indirizzandola verso l’‘Alta Formazione’, al sostegno dei contratti di lavoro di apprendistato di alta formazione e ricerca. Si soddisfano così i fabbisogni richiesti dalle imprese moderne “

E bisogna soddisfare, non lo dico per provocare, anche le esigenze dei giovani che lavorano..

“Cosa vuole dire ? “

Che c’è una questione salariale

“ D’accordo con Lei . Non dipende solo da noi. Dovrebbe venirci incontro l’Europa?

Che c’entra l’Europa. ?

“C’entra. E’ sempre più urgente un allineamento europeo di salari e costi di  lavoro. Sa cosa succede, anche in Sicilia ?

No?

“ Che operano società di paesi dell’est che offrono lavoro a costi più che competitivi rispetto a quelli previsti dai contratti italiani. Cosi’ tolgono spazio, con sistemi da dumping, ai nostri disoccupati..”

Piove sul bagnato insomma

“Già..”   

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